Palazzo Rocca – Sala 4

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Palazzo Rocca – Sala  4

L’affresco sul soffitto è opera del pittore milanese Francesco Malerba (fine XIX-inizio XX secolo) e raffigura elementi decorativi e putti con, al centro, la scritta amor. La console è in legno intagliato e dorato, con ripiano in marmo rosso di Francia, realizzata agli inizi del XX secolo in stile Impero. Su essa sono disposte due coppe in porcellana a fondo verde filettate d’oro, della Manifattura di Vienna (seconda metà del XIX secolo), decorate con scene mitologiche. Al centro, una coppa con coperchio, in porcellana blu con rifiniture in bronzo dorato, opera della Manifattura francese di Sèvres, insieme a un’altra, priva di marchio ma simile, entrambe databili alla seconda metà dell’Ottocento. Sopra il tavolino in mogano, una coppa di vetro soffiato e bronzo, in stile neoclassico. Il salotto, in mogano con sedili imbottiti e rivestiti di damasco rosso (recante il caratteristico disegno della “palma genovese”) è un tipico esempio di arredo di gusto eclettico tardo-ottocentesco. All’angolo sinistro è una novecentesca colonna in marmo verde di Polcevera. Alle pareti, da destra: due ovali raffiguranti Scene di battaglia, un genere diffuso tra XVII e XVIII secolo, opera di un ignoto pittore seguace di Jacques Courtois detto il Borgognone (Sant’Ippolito\Francia 1621 – Roma 1676); la grande tela Sansone e Dalila, notevole documento della pittura fiamminga del XVII secolo; Le tre Parche, opera di difficile attribuzione di recente assegnata alla fase giovanile del pittore genovese Gioacchino Assereto (Genova 1600 – 1649); una statuetta in marmo raffigurante una Figura femminile, forse Polimnia, di ignoto scultore del secolo XIX; Ecce Homo, di un ignoto pittore probabilmente emiliano del XVII secolo. Lampadario di bronzo dorato, a quindici luci, della ditta Del Grosso di Milano (inizio XX secolo). Alle finestre copritende in damasco verde, dell’inizio del ‘900. Il parquet, in legno d’acero, rovere e castagno, è decorato col motivo della stella a sei punte, ed è alternata a losanghe ed è opera della ditta Spangher di Milano.